martedì 25 febbraio 2014

#07.writer

Dopo che ho slegato le fibbie, ho avuto qualche difficoltà ad aprire la valigia: la chiusura era con una combinazione a ghiera. Lo scrivo adesso, solo dopo aver trascritto qualche appunto da fogli vari. Ne ho provate diverse, non ho inteso forzare. Dopo circa un'ora si è sbloccata la chiusura di sinistra con un facile 2-1-0. Quella di destra mi ha dato qualche difficoltà: 0-1-2, no; 3-4-5, no; 5-4-3, no. Poi, quasi per caso, sono finito su un 3-6-3 ed è scattata la seconda molla. Ho aperto. C'è stata una leggera zaffata di umido, ma anche un'essenza che riempiva lo pneuma tra le cose legate assieme con cinture a fibbia, come se prima di essere chiusa qualcuno avesse sparso della colonia. Ho rinvenuto quasi subito fiorellini di lavanda e gelsomino, qualche chiodo di garofano e una stecca di cannella, dentro una pochette di lana. Ecco, appunto. Sui pochi indumenti un gilet grigio, consunto, un foulard violaceo e una piccola scatola di fazzoletti di seta, colore ambra. Li ho tolti e riposti con cura su un letto. Poi diversi taccuini, due diari, qualche libro, fogli sparsi, una cartella con diversi documenti, una busta colma di fotografie. A questo punto mi sono detto: bene, per adesso può bastare. Ho riposto tutto nella valigia, ho rimesso dentro il gilet, il foulard e la scatola di fazzoletti, ho chiuso la valigia e l'ho messa sotto il letto. Ho dimenticato fuori qualche foglio, appunti, cose che ho già riportato su queste pagine. Chi sono io, dopotutto, per restituire in vita qualcuno che potrebbe essere morto? Oppure, per recuperare tracce di qualcuno che ha voluto perdersi? O...

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